Dalla risposta di Maurizio alla prima lettera di Christian Francia :)
Cari amici, a differenza dei Corinzi e San Paolo, io e Christian Francia ci rispondiamo.
Caro Christian,
consentimi di darti del tu, nel rispondere alla tua lettera aperta.
Questa mattina, tra i tanti messaggi di auguri, in molti mi segnalavano la fortuna di poter trovare la mia facciotta sulla home del blog più letto d’Abruzzo, ma, nonostante l’improvviso innalzamento di autostima – record di giornata tra le 9 e le 11.25 – ho avuto solo poco fa il tempo di poter leggere il contenuto del post.
Beh, pensavo meglio.
Capiscimi, come te adoro il genere letterario dell’invettiva, e la discussione tra toni e temi mi ha riservato le antipatie di molti, perchè, come te, ritengo che dire sterco per non dire merda, non ne migliori l’odore.
Credo però che le nostre affinità elettive – ed elettorali – si limitino a questo o poco più. Mi spiace che quella che poteva essere una splendida polemica sterile tra te e me e si riduca a domande retoriche, non sulla consultazione degli iscritti PD di domani, ma sulla situazione nazionale e soprattutto regionale del Partito Democratico.
Ma vabbe’… la situazione non è abbastanza confusa da doversi definire eccellente, quindi credo di dover comunque rimarcare il vero punctum dolens: l’intero tuo ragionamento corrobora quanto da me sostenuto: è più difficile fare un accordo con chi quell’accordo non lo auspica né lo ricerca, che con chi quell’accordo lo propone. Tutta la tua lettera trasuda di un’esplicita avversione ad un progetto di alleanza con noi, strategicamente e politicamente una posizione comprensibile, quindi, davvero, di che stiamo a parla’?
Non posso, tuttavia, farmi sfuggire l’occasione per sollevare altri punti di discussione, e quindi te li elenco qui:
- è davvero curioso che una consultazione riservata esclusivamente agli iscritti ad un partito, spinga così tanti disinteressati spettatori a doversi schierare a spada tratta – e a mobilitarsi via web, social e anche direttamente tra telefonate e messaggi – su una delle posizioni previste. Il tutto quando con 15 euro annue il PD può essere insultato dall’interno, con tanto di diritto di voto, senza ricorrere ai “si dice” o alle veline delle gole profonde.
- ogni volta che si parla del progetto civico di Giovanni Cavallari si evoca la presenza “dietro” di lui quando di Ginoble, quando di Tancredi, ora di Di Dalmazio, domani forse di Gianni Chiodi, Silvio Berlusconi e uno a scelta tra Donald Trump e Vladimir Putin. Ma solo perchè Giulio Andreotti è morto. E’ bellissimo come la semplice presenza in una lista civica di candidati senza precedenti esperienze amministrative – ah, io la lista l’ho vista – dia il via ad una ridda di voci incontrollate. Tra chi sostiene che ci siano dentro “solo pompieri” – come se i pompieri non votassero – e chi continua suggerire che il Lato Oscuro guidi la sua mano, io sto ai fatti – politicamente – e mi intristisco nel vedere, non dietro, ma a fianco ad alcune persone che stimo, un ex consigliere regionale, nonché vice sindaco del Modello Teramo oggi tanto vituperato (ma che all’epoca tirava nei listini bloccati più di tutti i carri di buoi della Regione), un indefesso ex assessore alle Politiche Comunitarie, Varie ed Eventuali della prima giunta Brucchi in cerca di verginità, certa autoproclamata “sinistra vera” protagonista da sempre di posizioni talmente illuminate da garantire la sconfitta certa – garanzia di essere di sinistra, pare – (dai tempi dei tempi fino a Graziella Cordone), zappettatori dalfonsiani delle Regionali 2014 e in ultimo Teramo 3.0, che almeno ha da sempre avuto chiare le proprie posizioni nei confronti del PD. Di nuovo, di che stiamo a parla’? E’ ovvio che come sinteticamente riportato nell’intervista “non mi fido”. So’ del PD, ma mica coglione completo!
- come ho avuto più volte modo di ripetere non amo le civiche, specie quando diventano lavatrici buone solo al riciclaggio di strani personaggi. Personaggi che sono passati da destra a sinistra e poi indietro. Ho 39 anni, e ogni volta che vedo qualche ultraquarantenne mettersi nel ruolo del fustigatore dei vizi teramani, mi chiedo sempre chi avesse votato nell’era in cui sceglievamo tra Prodi e Berlusconi, e ancora di più chi avesse sostenuto tra Catarra e Ernino D’Agostino, dove da scegliere c’era ben poco, senza nessuna promessa in cambio. Ma io sono malfidato.
- quella che ho provato ad esprimere, seriamente, è anche una posizione politica, una posizione che decisamente non può che farmi guardare al mio partito e al suo risultato: ritengo che sia più semplice e più logico a livello programmatico ein funzione del risultato elettorale del Partito Democratico un’alleanza con Giovanni Cavallari. Perchè i numeri me lo dicono. Perchè è più semplice trovare un accordo politico sul programma, perchè la lista del Partito Democratico ne uscirebbe rafforzata. Perchè il potenziale politico-elettorale del PD non verrebbe saccheggiato da microliste “parassite” (nel senso che drenerebbero voti dal bacino del PD senza portare nulla di più), e non perderemmo consensi perchè attaccati giornalmente da lettere aperte più dure della tua. Che un risultato con la tua lista dovrai pur raggiungerlo. E dopo aver puntato tutto su “quanto sono brutti quelli del PD, somigliano tutti a Luciano D’Alfonso”, non credo ti sia improvvisamente innamorato di noi, anche se ti serviamo.
E qui, arrivo alla fine, e ad un altro punto che ci accomuna, l’amore per Luciano D’Alfonso. Sono i tuoi articoli su di lui quelli che preferisco, perchè oltre ad essere prolissi come questo da me scritto e conditi dalla nobile arte del turpiloquio, sono soprattutto da me condivisibili. E con questo penso di aver risposto a tutte le domande che ponevi nella seconda parte della tua lettera.
Ora però, devi dirmi come ci si sente a dover condividere questa battaglia all’interno del Partito Democratico, con chi non potrà di certo concordare con la mia posizione. So che la politica procura strani compagni di letto, ma da domani ti toccherà fare il tifo per Manola Di Pasquale. La querulità della querela. Quasi era meglio discutere di politica con me.
Ora ti lascio, perchè ho da festeggiare. Grazie dell’inaspettato regalo di compleanno!
Con immutata simpatia,
Maurizio Sciamanna
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